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L’arte della lotta – Prof. Simona Santoro

L’educazione

Nel passato, la parola paideia, o meglio educazione, racchiudeva in sé l’ideale greco di formazione dell’uomo, inteso, come diceva Aristotele, non come una unità elementare avulsa dal contesto sociale bensì come un “animale politico” (zoon politicòn), individuo socialmente integrato che prende parte attiva alla vita della città (polis).

Sparta

Nell’antica Sparta, il sistema educativo molto rigido mirava a fare degli Spartani una comunità guerriera. All’età di otto anni, i bambini erano sottratti alle famiglie e affidati ad uno spartano adulto (paidonomos) che li avviava a rigoroso addestramento. A vent’anni, terminata la leva, si era ammessi ai ssisizi (pasti comuni), a cui si aveva l’obbligo di contribuire, per  aspirare poi al conseguimento dei diritti politici.

Atene

Meno rigido era il sistema educativo dell’Antica Atene, dove l’addestramento atletico per diventare buoni soldati era riservato ai nobili e si svolgeva nei ginnasi (palestre).

La lotta

La lotta nasce con l’uomo per necessità di sopravvivenza o volontà di dominio, trasformandosi poi in competizione agonistica ed esercizio fisico tra i più efficaci. Esaltazione della forza, della resistenza e dell’agilità, per Otto Heinrich Jäger era «il più completo e armonioso degli esercizi».

La lotta venne praticata da tutti i popoli già in tempi remoti, ma fu in Grecia che raggiunse il più alto livello di notorietà e di perfezione. Sovrani, condottieri, filosofi, scrittori e artisti la tennero in grandissima considerazione, stimandola come Scienza e Arte, indispensabile per formare sia il fisico che il carattere.

Aristotele e il Gymnasium

Nel IV sec. A. C., la paideia greca si estese, a tutto l’Impero di Alessandro Magno e Aristotele, ex allievo di Platone, precettore di Alessandro, fondò, nel 335 a. C., una sua scuola, il Liceo o Gymnasium che esercitò grande influenza sul pensiero occidentale.

Aristotele affrontò ogni campo del sapere: dallo studio della logica (ragionamento corretto) ai principi e metodi che regolano le scienze, alle norme di comportamento etico. Costui riteneva che il compito dell’educazione fosse quello di condurre gli uomini alla virtù, intesa come agire dell’uomo secondo ragione.

Secondo Aristotele, ci sono tre forme di vita. La prima è quella edonistica e ha, come fine, il piacere del corpo. La seconda è quella politica e ha come fine l’onore connesso alle cariche pubbliche o la vita sociale. La terza è quella contemplativa e ha come fine la conoscenza della verità attraverso l’esercizio del pensiero.

Gymnasium d’Impresa

La nostra proposta di formazione guarda al miglioramento delle tre condizioni esistenziali. Vivere assecondando solo le esigenze del corpo o quelle delle mente significa avere un atteggiamento distorto e trasportarlo in azienda, penalizzando lo sviluppo aziendale in base al principio aristotelico della mesotes (giusto mezzo).

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