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“L’interesse Nazionale” di Mirko Mussetti – Identità nazionale

Solo comprendendo pienamente la propria identità – passata e presente – una Nazione è in grado di avere una lucida visione del proprio futuro. La identità nazionale si compone di un aspetto personale (Chi sono gli Italiani?) ed uno impersonale (Cosa è l’Italia?).

Se il primo aspetto è molto soggettivo e fa riferimento a una gamma di sensibilità individuali molto vasta, anche se spesso ampiamente aggregabili, il secondo fa riferimento a dati ed indicatori oggettivi e storicizzati: è più semplice dunque dare una risposta.

Cos’è l’Italia?

Gli indicatori passati e presenti ci dicono che è un paese densamente popolato, povero di risorse primarie e fortemente indebitato: condannato dunque alla necessità di preservare costantemente una bilancia commerciale positiva. L’Italia può essere dunque considerata un “paese di trasformazione”: importa risorse, le lavora ed esporta prodotti finiti. Questa è la propria costrizione: una vocazione manifatturiera difficilmente sovvertibile. La politica energetica (o meglio la sicurezza energetica) rappresenta la principale ed essenziale voce di import e lo strumento che consente la lavorazione dei prodotti sul territorio nazionale.
Il marketing internazionale fornisce invece risposte volte a individuare i prodotti idonei a penetrare nuovi mercati internazionali garantendo un sufficiente volume di export. La logistica e le infrastrutture transnazionali sono un ombrello che copre import, trasformazione ed export. È dunque interesse per l’Italia armonizzare quanto più possibile tra loro le politiche energetiche, le politiche industriali e la logistica internazionale.

Import e Export

Le difficoltà dell’attuale contesto economico e geopolitico comporta un’aumentata difficoltà ad accedere ai mercati di approvvigionamento e a penetrare i promettenti mercati di sbocco. I due principali assi commerciali del paese – Sud-Nord (import) e Ovest-Est (export) – sono saltati rispettivamente a causa di una crisi sistemica (Libia) e a causa di una crisi di sistema (confronto Nato-Russia in Ucraina). In assenza di concrete alternative nel medio-breve periodo è interesse dell’Italia ripristinare i due assi ricercando soluzioni efficaci, anche se non ottimamente efficienti, affinché la bilancia commerciale rimanga positiva a difesa del benessere economico della popolazione.

La crisi sistemica in Libia ha generato un pericoloso vuoto di potere, il quale deve essere quanto prima colmato. Le domande che la leadership nazionale dovrà porsi sono: con quale esercizio della forza? con quale intensità? in favore di quali attori regionali?

La crisi di sistema russo-ucraina è invece risolvibile tramite la volontà e il compromesso politico. L’allungamento dei tempi che conducono al riconoscimento condiviso di un nuovo status quo nella regione penalizza gravemente i commerci italiani. In un tale contesto la Ragion di Stato supererebbe l’Etica e la leadership potrebbe essere disposta a tollerare le necessarie “triangolazioni strutturate” per ovviare lo stallo delle sanzioni o addirittura accettare la semplice infrazione delle limitazioni giuridiche.

Politica industria

La difesa dei primari assi commerciali è interesse legittimo di una nazione. Tuttavia perde considerevolmente di significato qualora la trasformazione interna delle risorse risulti inefficiente e obsoleta.
È logico – per uno stato impossibilitato a procedere con una mirata deindustrializzazione – attuare una nuova politica industriale che stabilisca cosa, come e quanto produrre. Su quali tecnologie vale la pena investire? Certamente non su quelle il cui ciclo di vita è troppo breve o già troppo maturo. La nazione dovrebbe investire in ricerca di tecnologie e materiali futuri che possano integrarsi bene nei settori produttivi in cui storicamente eccelle. Capire quali sono per occupare fin da subito importanti quote di mercato (es. internet delle cose, domotica, grafene…).

La nazione deve fare fronte ovviamente al necessario reperimento di risorse finanziarie che possano dare impulso alla suddetta politica industriale. Attrazione di investimenti esteri? Utilizzo di tondi comunitari? Spending review? Ripristino di politiche monetarie perdute? Una leadership competente e volitiva avrebbe il suo bel da fare nel delineare strategie fiscali.

L’interesse nazionale

Una nazione, dopo aver indagato sulla propria identità e le proprie necessità deve chiedersi quindi quali siano i propri interessi. L’Interesse Nazionale è una grande strategia condivisa da più attori, inquadrata in una visione olistica e finalizzata al raggiungimento del bene comune. Alla Leadership dello Stato spetta il compito di delineare la concatenazione di obiettivi finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo superiore.

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