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Chi siamo e perché affidarti a noi
Vendere un’azienda non è solo una transazione economica.
È una scelta strategica, spesso carica di implicazioni personali, emotive e patrimoniali.
Il Gruppo BI, da circa 20 anni, affianca imprenditori in questo momento cruciale, con un approccio che unisce visione strategica, esperienza operativa e massima riservatezza.
Non siamo broker.
Non ti “portiamo offerte”: ti aiutiamo a creare valore, a posizionarti nel modo giusto sul mercato, a dialogare solo con investitori realmente interessati e qualificati. Siamo consulenti di direzione, specialisti in M&A, ma prima di tutto partner: analizziamo la tua realtà, individuiamo gli obiettivi più adatti al tuo contesto e costruiamo insieme il percorso per raggiungerli.
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La vendita di un’azienda rappresenta una delle operazioni più complesse e delicate nell’ambito della finanza straordinaria, richiedendo un approccio metodico e strutturato.
Questo processo, che rientra nelle attività di Merger and Acquisitions (M&A), comporta un cambiamento radicale degli equilibri aziendali e segue un percorso articolato in fasi ben definite: dall’analisi preliminare strategica e la redazione della
Lettera di Intenti (LOI), passando per la negoziazione protetta da accordi di riservatezza, la cruciale fase di Due Diligence per determinare il valore di cessione, fino al Closing con la firma del contratto definitivo e la successiva integrazione aziendale.
Vendere correttamente un’azienda significa non solo ottenere una valutazione economica adeguata, ma anche assicurarsi che il passaggio di proprietà avvenga con tutte le necessarie garanzie legali, minimizzando i rischi per entrambe le parti coinvolte nella transazione.
Con l’espressione “Merger and Acquisitions” (M&A) si intendono tutte le operazioni d’acquisto e vendita, quindi di finanza straordinaria che portano alla fusione di due o più società, o meglio all’acquisto di una società da parte di un’altra società.
Sebbene ‘fusione’ e ‘acquisizione’ siano spesso usati in modo interscambiabile, queste operazioni presentano alcune differenze.
Fusione, “merger” quindi, è l’operazione con la quale due o più società si raggruppano in una sola. Si realizza tramite un accordo che serve ad unire le società, precedentemente separate, in una nuova entità, con l’obiettivo di creare una sola azienda più forte e solida. Questa può avvenire con due modalità:
Le fusioni inoltre vengono classificate in orizzontali, verticali o conglomerali.
Si parla di:
L’acquisto è il passaggio di proprietà di un’azienda, o parti di essa, che vengono incorporate sotto il controllo di un’altra, tramite l’acquisto di azioni (share deal) o beni (asset deal). L’acquisizione, dunque, riflette semplicisticamente l’acquisto, dietro corrispettivo, di beni, quote o azioni del capitale sociale di un’impresa da parte di un’altra società, investitore.
I motivi e gli obiettivi che il management persegue quando decide di procedere all’acquisizione di un’azienda sono estremamente vari.
Una delle ragioni principali è la mancanza di risorse interne (tecnologiche, economiche, umane, di competenza), necessarie a colmare lo sfasamento tra la domanda esterna e la capacità aziendale di produrre profitti in più.
Inoltre, l’obiettivo può coincidere con la condivisione di know–how e buone pratiche aziendali, con la necessità di un riposizionamento strategico in seguito a cambiamenti radicali del mercato oppure nelle tecnologie emergenti, ovvero con una migliore razionalizzazione tra società.
Con l’acquisizione in particolare, il fine può essere quello di realizzare una veloce crescita della dimensione aziendale, il che porterebbe a raggiungere un fatturato più elevato e/o una quota di mercato più ampia, eliminare un concorrente, elevare la barriera d’ingresso di nuovi operatori, acquisire marchi, brevetti o talenti aziendali, integrando il proprio processo produttivo.
Il procedimento di fusione tra chi Vende e chi compra un’azienda consiste in un processo che stravolge totalmente gli originari equilibri, diritti, procedure e interessi di ciascuna azienda coinvolta.
Per tale motivo il legislatore ha giustamente ritenuto legittimo concedere ai soci delle società coinvolte la possibilità di recedere dalla stessa qualora non si trovino più a condividere obiettivi e interessi con il nuovo assetto (art. 2473 c.c.).
Le società interessate delineano i tratti principali della società durante il processo di acquisizione o fusione e raggiungono intese riguardo al futuro assetto societario (sviluppo di sinergie fra le strutture societarie, trasferimento di risorse umane, finanziarie e tecnologiche, con un nuovo organigramma, nuova sede e così via).
Tali intese vengono spesso fissate in un accordo quadro, durante la TRANSAZIONE COMMERCIALE nel quale viene solitamente definita anche la futura corporate governances.
Anche nel caso dell’acquisizione societaria si avvia un processo che avviene solitamente attraverso il trasferimento della quota di partecipazione di controllo (50% + 1), sottoscrivendo un aumento di capitale o procedendo con una fusione “mascherata” e successiva liquidazione dei soci della società acquisita.
Inoltre, l’acquisizione di una società si può realizzare anche attraverso l’acquisto dell’intera azienda o di un ramo di essa (comprensiva di opificio, marchio clientela, rete di vendita, ecc).
Come nelle fusioni, anche nelle acquisizioni bisogna fare una serie di valutazioni preliminari che riguardano entrambe le aziende interessate al processo. In particolare, bisognerà valutare non solo alla convenienza economica dell’operazione stessa, ma anche le “reali” condizioni di salute delle società coinvolte, fino a giungere a previsioni circa il nuovo assetto aziendale.
In generale si possono distinguere le seguenti fasi:
Le trattative solitamente iniziano con la redazione di una LOI (Letter of Intent) non impegnativa, salvo l’eventuale inserimento di clausole vincolanti.
A questa fase preliminare fa seguito la stipula di un contratto, solitamente sottoposto a condizioni sospensive (che possono riguardare l’esito favorevole della Due Diligence, di pratiche di finanziamento o della notifica preventiva all’Autorità Antitrust) e che contiene clausole valide nel periodo che intercorre fra la stipula del contratto ed il closing, nonché clausole di rappresentazioni e garanzie. Le garanzie, in particolare servono a tutelare principalmente il compratore dal rischio di un eventuale differenza tra la realtà presentata dal venditore rispetto a quella trovata concretamente al momento del closing. È così necessario che il venditore si obblighi ad indennizzare il compratore per le passività pregresse, le sopravvenienze passive e le insussistenze attive che si dovessero verificare rispetto alla situazione patrimoniale di riferimento allegata al contratto di compravendita.
Tra tutte le fasi quella centrale e più delicata, è quella della Due Diligence, che fa riferimento alla procedura attraverso la quale l’intermediario designato dall’acquirente reperisce, acquisisce ed organizza in un sistema coerente tutte le informazioni di natura legale, patrimoniale, finanziaria ed economica necessarie a valutare la società oggetto dell’operazione, così da permettere all’acquirente di determinare innanzitutto il suo effettivo interesse e, successivamente, le relative condizioni economiche e legali della transazione.
Al momento del closing, infine, viene accertato il rispetto delle clausole interinali e vengono verificati gli esiti positivi delle condizioni sospensive. Da questo momento, il compratore assume in via definitiva lo status di socio, e può iniziare a esercitare i relativi diritti fino a questo momento in capo ai “vecchi” soci (tenuti al solo compimento di atti di ordinaria amministrazione).
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